000 03410nam a22005175i 4500
001 978-88-470-0817-5
003 DE-He213
005 20161121230835.0
007 cr nn 008mamaa
008 100301s2008 it | s |||| 0|ita d
020 _a9788847008175
_9978-88-470-0817-5
024 7 _a10.1007/978-88-470-0817-5
_2doi
050 4 _aD1-DX301
072 7 _aPDX
_2bicssc
072 7 _aSCI034000
_2bisacsh
082 0 4 _a509
_223
100 1 _aMarchis, Vittorio.
_eauthor.
245 1 0 _aStorie di cose semplici
_h[electronic resource] /
_cby Vittorio Marchis.
264 1 _aMilano :
_bSpringer Milan,
_c2008.
300 _aV, 180 pagg.
_bonline resource.
336 _atext
_btxt
_2rdacontent
337 _acomputer
_bc
_2rdamedia
338 _aonline resource
_bcr
_2rdacarrier
347 _atext file
_bPDF
_2rda
490 1 _ai blu, pagine di scienza
505 0 _aLe cose, un prologo -- Il dado -- Il filo -- La chiave -- Lo specchio -- L’anello -- Il bottone -- La sfera -- Le cose, un epilogo.
520 _aIl dado, il filo, la chiave, l’anello, lo specchio, il bottone e la sfera sono cose semplici che incontriamo quotidianamente, ma di cui spesso ci dimentichiamo, perché la cultura contemporanea sempre più si lascia ammaliare dalla complessità dei sistemi e dalla leggerezza delle realtà virtuali. Questo saggio, facendo il controcanto alle cinque Lezioni americane di Italo Calvino, esamina come le "cose semplici" di fatto spesso dimostrino la loro importanza nella semplicità, nella lentezza, nella pesantezza, nella singolarità, nella stessa invisibilità. Ma la loro "consistenza" – questa appunto avrebbe dovuto essere la sesta Lezione – risiede appunto nel fatto che la loro forza, simbolica e reale sta proprio nel fatto che sono cose concrete, che tutti possiamo toccare, anche quando assumono un significato metaforico. I sette oggetti semplici avrebbero potuto essere accompagnati da molti altri esemplari, ma questo libro deve rimanere soprattutto uno stimolo affinché si possa ricuperare una maggiore attenzione alla concretezza delle cose, che non è solo importante quando sono riposte nelle vetrine di un museo di cultura materiale, ma perché sono parte di noi. Letteratura e tecnica, arte e filosofia, musica e cronaca, ogni giorno dimostrano come queste "cose" siano le vere protagoniste di quella che i francesi chiamano civilization: l’Anello del Nibelungo, il Bottone di Pushkin, e il "dado brunelleschiano" sono soltanto alcuni esempi di come queste "cose" abbiano trovato un posto d’onore nella storia. E questo è un libro in cui si raccontano tante storie, come le fiabe che introducono le nostre cose, per farci entrare nel loro mondo accompagnati dalla fantasia.
650 0 _aHistory.
650 0 _aEpistemology.
650 0 _aPhilosophy.
650 0 _aApplied linguistics.
650 0 _aPopular works.
650 1 4 _aHistory.
650 2 4 _aHistory of Science.
650 2 4 _aPhilosophy of Technology.
650 2 4 _aApplied Linguistics.
650 2 4 _aEpistemology.
650 2 4 _aPopular Science, general.
710 2 _aSpringerLink (Online service)
773 0 _tSpringer eBooks
776 0 8 _iPrinted edition:
_z9788847008168
830 0 _ai blu, pagine di scienza
856 4 0 _uhttp://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0817-5
912 _aZDB-2-SHU
950 _aHumanities, Social Sciences and Law (Springer-11648)
999 _c504753
_d504753