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Sistemi ACM e Imaging Diagnostico : Le immagini mediche come Matrici Attive di Connessioni /

By: Buscema, Paolo Massimo [author.].
Contributor(s): SpringerLink (Online service).
Material type: materialTypeLabelBookPublisher: Milano : Springer Milan, 2006.Description: XIII, 237 pagg. online resource.Content type: text Media type: computer Carrier type: online resourceISBN: 9788847004443.Subject(s): Medicine | Radiology | Image processing | Medicine & Public Health | Imaging / Radiology | Image Processing and Computer VisionDDC classification: 616.0757 Online resources: Click here to access online
Contents:
Le basi epistemologiche -- Le idee alla base dei sistemi ACM -- La teoria -- Introduzione ai sistemi ACM -- Sistemi ACM a connessioni fisse -- Sistemi ACM a connessioni dinamiche -- Sistemi ACM con connessioni e unità dinamiche -- Le applicazioni -- Applicazioni su immagini generiche -- Applicazioni su immagini artificiali -- Applicazioni su immagini mediche -- Contributi e approfondimenti -- Cellular Neural Network e ACM: analogie e differenze -- Perché i resti sono così potenti -- Utilità dei sistemi ACM nell’imaging medico -- Angiografia: possibilità di analisi con i sistemi ACM -- Possono i sistemi ACM essere descritti da una teoria di campo classica? -- Il panorama storico-scientifico dello studio ACM -- Postfazione — Semeion: il miracolo segreto.
In: Springer eBooksSummary: La prima ipotesi sulla quale si fondano i sistemi ACM (Active Connections Matrix) è che ogni immagine a N dimensioni puo' essere trasformata in una rete di pixel tra loro connessi che si sviluppa nel tempo, tramite operazioni locali, deterministiche e iterative. L'immagine cosi' trasformata puo' mostrare, in uno spazio dimensionale più ampio, delle regolarità morfologiche e dinamiche che, nelle dimensioni originarie, sarebbero non visibili oppure qualificabili come rumore.Questa ipotesi permette di esplicitare la seconda ipotesi alla base dei sistemi ACM: ogni immagine contiene al suo interno le matematiche inerenti che l'hanno prodotta. In pratica, è come se ogni immagine nascondesse al suo interno altre due immagini non visibili. I sistemi ACM le estraggono e le rendeno visibili. L'opera descrive inoltre le applicazioni possibili in ambito di diagnostica per immagini ed è pertanto rivolta a fisici, informatici, radiologi e tecnici di laboratorio che si occupano di "image processing". Dalla Presentazione di Enzo Grossi "... Alcuni dettagli possono sfuggire, altri aspetti notevoli, come un piccolo nodulo di 1 mm, possono essere non visti: sono i limiti dell'occhio umano. E' in questo scenario che dobbiamo immaginare l'avvento dei sistemi ACM.Essi funzionano come un terzo occhio, non più legato alla esperienza, alla interpretazione e alla sensibilità soggettiva dell'operatore,ma direttamente riferiti alla struttura matematica e quindi anatomica dell'immagine stessa. Si', il terzo occhio di cui parliamo è proprio quello dell'immagine, che, come per magia, interroga se stessa e si mostra al radiologo sotto una veste diversa, spesso molto più informativa.".
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E books E books PK Kelkar Library, IIT Kanpur
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Le basi epistemologiche -- Le idee alla base dei sistemi ACM -- La teoria -- Introduzione ai sistemi ACM -- Sistemi ACM a connessioni fisse -- Sistemi ACM a connessioni dinamiche -- Sistemi ACM con connessioni e unità dinamiche -- Le applicazioni -- Applicazioni su immagini generiche -- Applicazioni su immagini artificiali -- Applicazioni su immagini mediche -- Contributi e approfondimenti -- Cellular Neural Network e ACM: analogie e differenze -- Perché i resti sono così potenti -- Utilità dei sistemi ACM nell’imaging medico -- Angiografia: possibilità di analisi con i sistemi ACM -- Possono i sistemi ACM essere descritti da una teoria di campo classica? -- Il panorama storico-scientifico dello studio ACM -- Postfazione — Semeion: il miracolo segreto.

La prima ipotesi sulla quale si fondano i sistemi ACM (Active Connections Matrix) è che ogni immagine a N dimensioni puo' essere trasformata in una rete di pixel tra loro connessi che si sviluppa nel tempo, tramite operazioni locali, deterministiche e iterative. L'immagine cosi' trasformata puo' mostrare, in uno spazio dimensionale più ampio, delle regolarità morfologiche e dinamiche che, nelle dimensioni originarie, sarebbero non visibili oppure qualificabili come rumore.Questa ipotesi permette di esplicitare la seconda ipotesi alla base dei sistemi ACM: ogni immagine contiene al suo interno le matematiche inerenti che l'hanno prodotta. In pratica, è come se ogni immagine nascondesse al suo interno altre due immagini non visibili. I sistemi ACM le estraggono e le rendeno visibili. L'opera descrive inoltre le applicazioni possibili in ambito di diagnostica per immagini ed è pertanto rivolta a fisici, informatici, radiologi e tecnici di laboratorio che si occupano di "image processing". Dalla Presentazione di Enzo Grossi "... Alcuni dettagli possono sfuggire, altri aspetti notevoli, come un piccolo nodulo di 1 mm, possono essere non visti: sono i limiti dell'occhio umano. E' in questo scenario che dobbiamo immaginare l'avvento dei sistemi ACM.Essi funzionano come un terzo occhio, non più legato alla esperienza, alla interpretazione e alla sensibilità soggettiva dell'operatore,ma direttamente riferiti alla struttura matematica e quindi anatomica dell'immagine stessa. Si', il terzo occhio di cui parliamo è proprio quello dell'immagine, che, come per magia, interroga se stessa e si mostra al radiologo sotto una veste diversa, spesso molto più informativa.".

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